In un percorso di ottimizzazione della prestazione il mio approccio individua i processi mentali, funzionali e non, specifici dell’atleta (o del performer).
Il passo successivo è trovare, insieme a quest’ultimo, il percorso più breve ed efficace al potenziamento delle risorse individuali e al raggiungimento della massima prestazione, utilizzando gli strumenti più utili per la situazione specifica.
Il fine ultimo del lavoro è far corrispondere la prestazione potenziale con quella reale.
Una decina di incontri sono di norma sufficienti per raggiungere l’obiettivo e poter proseguire in modo autonomo.
Ci tengo a sottolineare alcuni aspetti: lo psicologo sportivo, a differenza di altre figure non professionali come il motivatore, ha un’ampia conoscenza della mente umana e dei diversi processi che la caratterizzano e ciò gli consente di realizzare percorsi unici e non standardizzati. Inoltre mira a favorire nell’atleta autonomia e miglioramenti a lungo termine.
Infine, diversamente da uno psicologo clinico, lo psicologo dello sport non si occupa di psicopatologia, bensì della normalità a livelli eccezionali, cercando di potenziare facoltà e risorse che gli individui utilizzano solitamente a livelli minori.